Fare minimalismo: Un vantaggio per persone e ambiente
Di solito quando si sente parlare di minimalismo in pittura, ma anche in musica, ci si riferisce ad un tipo di approccio essenziale e caratterizzato da pochi e semplici elementi.
Questa corrente, diventata una vera e propria filosofia di pensiero, si può ricondurre al concetto di “less is more” espresso dall’ architetto Mies Van der Rohe.
Il maestro designer tedesco già in tempi non sospetti avvertiva il bisogno di semplificare una realtà che diventava sempre più frenetica.
Fino ad arrivare ai giorni nostri… dove il minimalismo ha assunto un ruolo di fondamentale importanza.
Aziende come Apple ne hanno fatto un culto: semplificare al massimo, in un mondo che si complica sembra diventata l’unica scelta possibile. E questo non si ferma soltanto al settore produttivo, il minimalismo può essere applicato ad ogni ambito, da quello più intimo ai sistemi globali.
Soprattutto in tematiche sensibili come la questione ambientale e le tematiche ad essa collegate, questo approccio ha portato soluzioni interessanti.
Ma come mai è così importante il pensiero minimalista? Lo scopriamo in questo articolo.
La dottrina minimalista in parole semplici
Quando si sente parlare di minimalismo è probabile che si immagini un grande spazio bianco, come un ufficio moderno, con poco mobilio e un’aria sterile.
Solitamente è la prima cosa che viene in mente ed è associata ad una sensazione di vuoto, di povertà o di privazione.
Non è proprio la situazione di comfort in cui qualcuno desidererebbe trovarsi, ma proviamo a cambiare di poco la prospettiva. Proviamo a cambiare la parola “vuoto” con “spazio”.
La dottrina minimalista fa questo: crea spazio. E nel farlo porta ordine e armonia.
Nei cassetti, negli ambienti, su una tela, in garage, nella mente: il minimalismo è liberarsi dal superfluo. Spazio, aria, leggerezza, silenzio, calma sono solo alcuni dei benefici che produce.
Il bisogno di semplicità è sempre più presente nella società moderna occidentale, come indicano gli studi e un derivato da un eccesso nel senso opposto. L’uomo oggi è soggetto ad ansie e stress che in altre epoche, anche meno vivibili di questa, non esistevano.
Abbondanza di informazioni, di oggetti e di stimoli hanno creato questa sensazione di claustrofobica pesantezza di cui il minimalismo vuole essere la cura.
È una presa di coscienza sull’assedio a cui siamo sottoposti quotidianamente, in una società iper connessa e assuefatta dal materialismo. Una forma di resistenza a cui migliaia di persone hanno deciso di prendere parte.
La filosofia minimalista è una forma di consapevolezza, di accettazione della forma che ha assunto la società in cui viviamo. Una conseguenza diretta per proteggersi dai suoi effetti collaterali.
Vivere una vita minimalista
Vivere una vita minimalista vuol dire ricercare la felicità.
Non serve vestirsi di bianco, liberarsi di ogni bene materiale e rifugiarsi in qualche luogo remoto lontano dalla civiltà, a meno che non sia proprio quello che si desidera fare.
Lo scopo è quello di liberarsi dalle distrazioni, dagli eccessi e dai pesi morti che complicano l’esistenza in modo soggettivo.
Quindi come si può vivere seguendo il minimalismo, ma evitando di diventare degli eremiti che vivono in cima a una montagna? Si può iniziare, partendo da piccole regole:
- Essere non è avere: Ricorda che ciò che è realmente importante non si può tenere in mano.
Questa può essere una sfida difficile. La continua esposizione a impulsi genera desideri che spesso sono vere e proprie illusioni di felicità. Sicuramente avrai sentito l’espressione “Shopping Terapeutico” per indicare un giro per negozi per risollevare una brutta giornata. Le endorfine prodotte durante la fase d’acquisto infatti provoca una sensazione di benessere apparente
- Meno cose = più libertà: Ciò che possiedi ti possiede.
Creare un legame con un oggetto è semplice, soprattutto quando esso rappresenta un ricordo. Ma è il ricordo stesso ad essere una ricchezza, non l’oggetto a cui esso è legato.
È comunque meglio iniziare a liberarsi delle cose superflue, prima di arrivare a ciò a cui si è più legati. Come se fosse un percorso da affrontare un passo alla volta.
- Essere dei buoni guardiani: Cura il tuo giardino, la tua casa, come se fosse sacro.
Per valorizzare gli spazi è fondamentale ordinare. È un po’ quello che capita in quei periodi della vita dove ci sentiamo spenti: una delle soluzioni a cui ci affidiamo è riordinare i nostri spazi (armadi, automobile, casa). Nel minimalismo funziona più o meno allo stesso modo.
- Fruitore, non proprietario: Il futuro è condivisione.
Ogni proprietario possiede un oggetto anche quando non lo utilizza, ovvero per la maggior parte del tempo. Questo implica che molte persone devono possedere molti oggetti per poterli utilizzare. Se più persone hanno accesso ad uno stesso oggetto invece, serviranno meno oggetti per soddisfare i bisogni di tutti. Che tradotto significa: meno produzione e meno rifiuti da smaltire.
- Riscoprire lo spazio: Un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto.
Lo spazio deve essere valorizzato, deve avere un senso e collocare tutto nella giusta posizione. In questo modo ogni elemento trasmette armonia e lascia spazio ad altri che magari prima rimanevano esclusi.
- Trovare soddisfazione: Chi divora in modo atavico è destinato a non saziarsi mai.
Impara ad averne abbastanza. Quando si ottiene qualcosa di nuovo è bene imparare a prendersi il giusto tempo per apprezzare e gioire. Concentrarsi su ciò che c’è, anziché pensare a quello che manca è un buon modo di iniziare.
Il minimalismo aiuta l’ambiente
Ontologicamente il minimalismo si colloca agli antipodi del capitalismo: la grande piaga che affligge il pianeta.
La società dell’usa-e-getta ci spinge ad acquistare in modo compulsivo beni materiali (facendoci percepire come essenziali dei bisogni che sono meramente indotti e quindi irreali), per trasformarli in obsoleti un istante dopo. In questo modo si induce all’acquisto del bene successivo e trasformando in rifiuto quello precedente.
Non c’è spazio per il ricollocamento del “bene obsoleto”. Una grandissima parte della produzione dei rifiuti della nostra epoca è proprio da ricondurre a questo meccanismo. Quindi, il primo vantaggio è quello di allontanarsi da questa inconsapevole schiavitù, riacquistando possesso consapevole e responsabile delle nostre scelte di acquirenti. La conseguenza diretta è la netta riduzione di produzione di materiale di scarto pro capite.
Noi di Amarzo utilizziamo un approccio minimalista sia nella produzione, che nella progettazione delle nostre collezioni di prodotti realizzati in vetro riciclato al 100%. Linee semplici ed essenziali, prodotti artigianali e rispetto dell’ambiente sono le nostre parole d’ordine. Prova a dare un’occhiata al nostro negozio per saperne di più.
Articolo a cura di Renato Sarlo