Eccellenze made in Italy: L’artigianato del vetro in Toscana

Se per alcuni non è assolutamente una novità, forse ad altri sfugge quanto la storia della Toscana sia legata con quella del vetro. 

Spesso adombrato per fama da quello veneziano, l’artigianato vetraio toscano ha radici antichissime che affondano addirittura in periodo romano e vanta una storia di eccellenze.

Motivo per cui la produzione di vetro toscano è giunta fino ai giorni nostri. 

Una vera e propria ricchezza, che pone come centro principale il territorio empolese e senese, il quale può vantare le magnifiche tradizioni di Montaione e Colle val d’Elsa.

 

In questo articolo scopriremo qualcosa in più sulla lavorazione del vetro in Toscana e vedremo come il vetro oggi rappresenta una risorsa importante per l’economia locale.

 

 

Storia del vetro in Toscana

 

La tradizione legata al vetro in Toscana si pensa inizi in epoca romana. I ritrovamenti di Piazza della Signoria a Firenze hanno portato alla luce i resti di un’antica vetreria databile probabilmente intorno al IV o V secolo d.C.

 

Tuttavia è a partire dal XIII secolo che si hanno maggiori testimonianze riguardo una vera e propria produzione vetraia toscana, negli anni in cui Venezia rappresentava l’eccellenza nel settore. 

 

La vera rivoluzione ad ogni modo avviene nella secondo metà del Quattrocento, quando la produzione toscana riesce ad emanciparsi dall’egemonia del cristallo di Murano.

Ma la strada da fare è ancora lunga e bisognerà aspettare il Seicento perché le vetrerie fiorentine arrivino al livello veneziano.

 

In questi anni vengono riorganizzate le botteghe e costruite nuove fonderie: come quella nel casino mediceo di San Marco o quella aperta nel giardino di Boboli. Tra le nuove forme vetrarie, dal gusto tipicamente manieristico, si possono osservare calici a stelo, bicchieri conici, vasi con coperchio, piatti da parata e trionfi da tavola.   

 

Sono anni importanti per la storia del vetro, in questo periodo la scienza è in fermento, sono gli anni di Galileo Galilei e dei telescopi. Vengono inventate le lenti per guardare pianeti lontanissimi o altre per cose piccolissime. La produzione vetraia trova una straordinaria sinergia con una nuova materia: l’ottica.

 

Con spirito scientifico si fa largo il Settecento, ci si lascia alle spalle il Seicento barocco e nobiliare per far spazio alla borghesia dei mercanti e all’illuminismo. 

Così la lavorazione del vetro si fa più semplice, meno pomposa, ma la produzione viene aumentata, per favorire il tentativo borghese di imitare l’opulenza dei Signori.

La richiesta crescente porta la fioritura di diversi centri di produzione per soddisfarla, tra questi assumono un ruolo fondamentale quelli di Montaione e Colle Val d’Elsa. 

 

Gli artigiani diventano presto maestri e il vetro fiorentino inizia ad acquisire importanza. A tal proposito il Granduca inizia ad apportare misure protezionistiche, per impedire che la manodopera forestiera entri e che i vetrai locali vadano a lavorare oltreconfine.

Inizia così un periodo florido, la produzione di vetro cresce e prende due strade: una elitaria, con una produzione più raffinata, e una dedicata al vetro verde, più comune.

 

Nel 1820 viene inaugurata la prima fornace per cristalli a Colle Val d’Elsa.

 

La storia ci conduce fino all’unità d’Italia, in questo periodo viene aperta la Fabbrica Pisana dalla ditta francese Saint Gobain, che diventa una delle più importanti in Toscana.

A farle concorrenza ci pensano gli eterni rivali livornesi, che danno vita nel 1884 alla Società Anonima Vetraia Italiana. 

 

In seguito le due guerre mondiali creeranno ovvi problemi al settore, che riprenderà vigore negli anni della ricostruzione e del boom economico.

 

 

La tradizione vetraia di Montaione

 

La prima testimonianza della tradizione vetraia di Montaione è un documento che risale all’anno 1279, che attesta la presenza di fornaci per la fabbricazione di bicchieri e oggetti in vetro. 

 

I boschi che circondavano il territorio, ricchi di legname utilizzato per alimentare le fornaci, sono stati una spinta fondamentale per la produzione di Montaione.

 

Nei secoli successivi i maestri vetrai di Montaione continuarono ad espandere la propria attività in tutto il territorio della Valdelsa. Fino ad Empoli, dove anche oggi le fabbriche per la lavorazione del vetro svolgono un ruolo importante per l’economia locale.  

 

La qualità e la bellezza degli oggetti vitrei prodotti a Montaione, fanno capire che gli artigiani godevano di grande considerazione e rispetto. La loro professionalità veniva riconosciuta anche ufficialmente. Come si evince dai vari bandi emessi nel corso del XVIII secolo dal Granduca di Toscana con i quali i maestri vetrai di Montaione venivano protetti esplicitamente. 

Dal 1700 si inizierà a produrre anche vetro destinato all’imbottigliamento del vino.

 

Oggi, a Montaione, la lavorazione del vetro è stata soppiantata da altre attività economiche. Alcune delle antiche fabbriche e fornaci del vetro sono state trasformate in agriturismo e case per vacanza. 

 

 

La tradizione vetraia di Colle Val d’Elsa

 

Colle Val d’Elsa è conosciuta anche come la “città del cristallo”, la sua produzione vetraia parte dal XIV secolo, andando di pari passo con tutto il territorio della Valdelsa.

 

Dal 1331 la produzione del vetro, evolutasi poi nel '900 in quella del cristallo, costituisce uno degli elementi tipici della città, che è stata definita dei secoli scorsi come la “Boemia d'Italia”.

 

A Colle oggi si produce il 90% del cristallo italiano e oltre il 13% di quello internazionale. 

È una realtà dove la storia è stata fatta da uomini, artigiani illuminati che hanno caratterizzato la cultura del luogo.

 

Il futuro della lavorazione del vetro

 

Il futuro del vetro è Green. L’importanza del riciclaggio e del riutilizzo sono al centro dei progetti riguardanti questo materiale. Una delle qualità più impressionanti del vetro è la possibilità di essere riciclato all’infinito, durante il suo recupero infatti lo spreco di materiale è dello 0%. 

 

In questa ottica si inseriscono le realtà di raccolta dei rifiuti, che in Toscana mira a portare al mono riciclo del vetro come materiale, separandolo dalla ceramica e dall’alluminio.

 

In questo modo si punta ad utilizzare in futuro soltanto vetro riciclato, con notevoli risparmi da un punto di vista economico ed ambientale. 

 

Infine possiamo dire che il futuro del vetro è strettamente collegato alla creazione di un’economia circolare, un ciclo virtuoso di utilizzo e recupero delle risorse.

 

Anche noi di Amarzo adottiamo questa linea di pensiero nella nostra produzione di vetro riciclato al 100%. La nostra filosofia è di guardare al futuro del vetro, senza dimenticare la storia artigiana della Valdelsa, dove è collocata anche la nostra azienda.

 

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